Gennaio è il mese peggiore dell’anno.
❄️ Fa freddo e la primavera è solo un lontano miraggio, le ferie sono finite e si dovrà aspettare Pasqua per fare almeno una gita fuori porta. Tutto è fermo, tutto è in letargo, in attesa di un domani migliore.
Ci siamo appena buttati alle spalle l’anno vecchio e vogliamo pensare al futuro, farci promesse destinate a naufragare, il tutto condito da buoni propositi e caption di Instagram ad alto tasso di cringe.
“New year new me! 👸🏼🍾 #2022“
Ed è proprio qui, nell’interstizio tra voglia di novità e paura dell’eterno ritorno dell’uguale che si insidiano loro:⚡️ i trend report⚡️.
Chiunque lavori nel marketing lo sa. Dallo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre Linkedin e Twitter si popolano di PDF che ci raccontano nel dettaglio tutto ciò che sarà i m p e r d i b i l e nei prossimi 12 mesi
Siamo ormai a febbraio ma la carrellata di “Official Trend Report 2022” non accenna a fermarsi. Tutto questo mi sta mettendo molta FOMO, (che poi penso sia lo scopo di questa perversa tecnica di marketing).
Lo ha raccontato molto bene Antonio nell’ultimo numero di Let Me Tell It parlando di nuovi trend (aridaje) in ambito digital:
Il potenziale di queste tecnologie viene costantemente dibattuto, mentre il loro impatto effettivo spesso sembra essere molto al di sotto di quanto ci si aspetti. Allora come mai non si fa altro che parlare di NFT, DAO, web3 e metaverso? La viralità e la creazione artificiale di hype è un’astuta operazione di marketing che si basa (…) sulla FOMO, la paura di perdere o di non poter far parte di qualcosa di rivoluzionario o, più prosaicamente, di ottenere uno status.
E infatti c’è anche ci sta acquistando terreni “edificabili” nel metaverso.
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Sarà un vizio di chi fa questo mestiere, ma la voglia di essere sempre “sul pezzo” aumenterà l’engagement, sicuro, ma tende ad appiattire ogni cosa.
⏳ La percezione che abbiamo del tempo ha subito una forte accelerazione e stare al passo è quasi impossibile, forse inutile.
Nascono piattaforme che sembrano dover rivoluzionare il digital per come lo consociamo, ma finiscono nel dimenticatoio alla velocità della luce (vi ricordate di Clubhouse? Ecco).
Le polemiche su internet alzano polveroni giganteschi e le persone vengono “cancellate” in una manciata di caratteri e qualche hashtag. Ma voi ve ne ricordate anche solo una di queste battaglie?
L’ossessione di tuttə per Squid Games e relativa ondata di opinioni non richieste? Sono passati solo 3 mesi ma sembra un anno.
👩🏼💻 In un ambiente come questo la priorità non può essere l’approfondimento, l’indagine, il cosiddetto “flow” che ci cattura quando ci appassioniamo di qualche cosa e vogliamo scoprirne ogni dettaglio.
La brevità e velocità sono le uniche metriche sulle quali costruire un contenuto, perché la soglia d’attenzione scende sempre di più: il tempo di uno scroll e hai perso la tua occasione di imprimerti nella retina degli utenti.
Le opinioni si riducono a “favorevole” o “contrario”, noi contro di loro e di conseguenza gli interessi sono omologati.
O forse no?
🚫 Io per sfuggire a tutto questo ho i miei personali bozzoli di confort. Angoli di internet che vanno per la propria strada: non seguono i trend (ma a volte ne creano come il caso che vi racconto più sotto) né tanto meno le sterili regole per fare engagement. Questi creator seguono solo il loro obiettivo, la loro passione, a volte la loro ossessione, e decidono di condividerla con chi avrà la pazienza e la voglia di seguirli.
🐇 Tra questi ci sono quelli che io chiamo, con scarsissima fantasia, i Video Lunghi Su YouTube. Ho i miei generi preferiti, ognuno con le sue caratteristiche e protagonisti e ne parlerò nel dettaglio in uno dei prossimi numeri. Qui vi basti sapere che sono delle vere e proprie tane del Bianconiglio: ti ci infili e vai sempre più infondo scoprendo mondi totalmente inaspettati.
📺 Una delle mie ultime ossessioni è il canale JCS Criminal Psychology. I suoi video? Riprese di telecamere a circuito chiuso di interrogatori reali, commentati da una voce calma e confortante che spiega le tecniche psicologiche utilizzate dai detective per far confessare i sospettati. Credetemi, danno dipendenza e non sono la sola a pensarlo: il canale ha appena una ventina di video e numeri impressionanti: 275 milioni le visualizzazioni totali, il video andato “peggio” ne ha 4,7.
Se masticate un po’ di inglese dategli una possibilità: è come guardare una partita di scacchi tra due cervelli, ma in ballo c’è il carcere a vita.
💀 Un’altra menzione va al blog che seguo da più tempo in assoluto: Bizzarro Bazar, curato dal gran maestro del meraviglioso e del perturbante Ivan Cenzi.
Anche lui dritto per la sua strada con articoli e video su quanto di magico e bizzarro ci riserva questo pianeta e gli strani esseri che lo popolano (spoiler: gli esseri umani sono i più assurdi). Una vera e propria Wunderkammer digitale dove potete trovare le tombe erotiche del Madagascar, una lettura del presepe tra sogno e morte, la storia della mummia più bella del mondo e molte altre curiosità che vi assicuro vi turberanno.
L’operazione di Cenzi è molto raffinata, il suo scopo non è scandalizzare o inorridire, nè titillare con temi e immagini tabù, ma bensì smuovere qualcosa di profondo e rimetterci in contatto (e si spera in pace) con tutto ciò che di bizzarro c’è al mondo e dentro noi stessi.
“La scrupolosa linea editoriale a cui mi attengo cerca di evitare i “misteri” televisivi (UFO, fantasmi, e via dicendo) dando invece risalto alla storia poco conosciuta di un’umanità che ha sempre fatto della diversità una forza creativa”
Ci avete fatto caso? Entrambi questi creator trattano argomenti generalmente ritenuti macabri, se non addirittura ripugnanti.
In realtà sia JCS che Cenzi parlano del mondo liminale, di tutto ciò che sta quel tanto al di fuori della “normalità” da inorridirci, ma che al tempo stesso ci attrae.
Le persone interrogate nei video di JCS sono come noi, madri, mogli, vicini di casa, compagni di scuola, ma una serie di scelte ed eventi li ha portati a quel punto, a sedere su quella sedia. Una possibilità che vediamo lontanissima dalla nostra vita, ma più ascoltiamo quelle donne e quegli uomini più ci rendiamo conto, rabbrividendo, che forse non è così.
Cenzi ci porta ancora oltre, imponendoci di guardare dritti nel baratro delle possibilità, delle vite che avremmo potuto vivere in un tempo, in un luogo, in un destino diverso e di come “l’altro” che ci circonda e ci spaventa non sia che un’immagine riflessa, a volte distorta, del nostro ego.
E tutto questo non ci sta in un carosello su Instagram. Chiedetelo al vostro Social Media Manager di fiducia.
Ancora qualche link e poi ci salutiamo
Se tutto questo non vi è bastato ecco qualche altra chicca per sfuggire al rumore di fondo delle vostre bacheche social e ripulirvi gli occhi e l’anima con qualcosa di inconsueto.
Qualche giorno fa è stato battuto all’asta per 300.000 € uno scheletro di dinosauro: si chiama Henry e ora si trova nel salotto di un collezionista milanese 🦖
Rinasce la rivista più bella del mondo. Nuova visual identity, un sito molto figo e la solita altissima qualità d’immagini e materiali. Bentornata FMR 🎭
Una volta erano i telai in fabbrica, oggi sono gli algoritmi: se anche voi sentite una irrefrenabile voglia di tecnoluddismo questo è il libro che fa per voi 🤖
Quand’è l’ultima volta che siete andati a una festa? Di sicuro era meno divertente di queste 🥳
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